INTAKT
RECORDS –
CD-REVIEWS
STEFAN AEBY TRIO
TO THE LIGHT
Intakt CD 274 / 2016
Ganz elegisch setzt das STEFAN AEBI TRIO ein, um sich mit To The Light
Tor Hammerø, Tor de Jazz, Norway, 10.10.2016
Jean Buzelin. Disques, livres & Co » Chroniques 2016. 14 Octobre 2016.
Thomas Trummer, OVZ, 19. Oktober 2016, Deutschland (PDF-Datei)
Arnaud Robert, Le Temps, Octobre 2016, Schweiz
Eric Steiner, La Liberté, 28.10. 2016
Carole Schneuwly, Freiburger Nachrichten, 25. Oktober 2016
Trioane kjem!!!! Sveitserne Stefan Aeby (piano), André Pousaz (bass) og Michi Stulz (trommer) er inntil nå helt ukjente størrelser for meg. Det til tross for at "To the Light" er trioens tredje CD og at de har jobba sammen i en rekke andre konstellasjoner også. Det forteller nok en hel del om hvor vanskelig det er å bryte gjennom lydmuren her nord hvis du ikke har drahjelp og kommer fra USA. Når det er sagt så iler jeg til og forteller at det herrene serverer oss er triojazz av meget solid kaliber. Repertoaret er uten unntak basert på originalmateriale og Aeby har skrevet sju av de åtte låtene. Musikken er inderlig, varm og vakker og skal jeg tvinges til å finne et referansepunkt her hjemme, så må det nesten bli Tord Gustavsens uttrykk.
Laurent Flutsch, La Vigousse, 11.11.2016
Matthias Mader, Hereingehört. www.matthias-mader.de, Deutschland, 19.12.16
AvN, vpro, Netherlands, 16. Dezember 2016
José Carlos Fernandes, melhores-discos-de-2016, Oservador, Portugal, 25. Dez. 2016
Rafał Garszczyński, Jazzpress, Warszawa, 12 grudzień 2016
Gary Whitehouse, Green Man Review, 13th January 2017
Ulfert Goemann, Jazzpodium, Februar 2017
Ayumi Kagitani, Way Out West, Japan, Nov 2016
Ayumi Kagitani, Way Out West 97, Japan, April 2017
Aldo Del Noce, Jazz Convention, Italia, 21 marzo 2017
Luc Bouquet, Improjazz Nr. 234, France, 2017
The music of Stefan Aeby (and in this case André Pousaz as well) has always been, for me, contemporary music not only with an audacious sense of experimentation, but also music with a feel for exotic tone colours and tart, folk-like rhythms. Pousaz and Michi Stulz home in on the improvisational element of Stefan Aeby’s music as if the pianist had them in mind as performers all along. This is a fine programme overall, then, much to be recommended; but in addition to the work of Stefan Aeby, do keep an ear out for the playi8ng of André Pousaz and Michi Stulz as well. Moreover, all three members of this trio are wily players and their strikingly maverick performances have something to teach about this endlessly fascinating music. Of so many highlights on this recording “Knabautsch”, “Hmmm” and “Shi”, which are almost Zen-like and almost Taoist in nature, hint at the piquant atmosphere of this program. Raul da Gama (from "The Intakt Adventure Continues"), jazzdagama.com, May 1, 2017
Arriva al terzo album il trio del pianista svizzero Stefan Aeby, adesso su etichetta Intakt e con un nuovo batterista, Michi Stulz, mentre al contrabbasso rimane André Pousaz. Le composizioni sono tutte originali, della penna di Aeby, a segnalare fin dal programma un progetto artistico orientato alla contemporaneità. La formazione è pienamente paritetica e la cifra della musica molto "nordeuropea": tempi moderati, suoni curati e quasi mai dinamicamente spinti, liricità sospesa e irregolare, ma sempre presente in filigrana. Lo si percepisce fin dalle primissime battute, con l'archetto del contrabbasso che introduce sonorità basse del pianoforte, per una drammaticità poi accentuata dall'ingresso della batteria. Ma per tutta la prima traccia, "Stalden," le atmosfere cambiano ripetutamente in modo sottile così come gli stilemi dei tre musicisti, pur in un percepibile e coerente filo conduttore. Si tratta di un aspetto caratteristico della formazione, che ritorna in molti dei brani successivi, come in "Hmmm," a lungo condotta dal contrabbasso archettato e che poi diviene un sospeso dialogo tra i tre strumenti; o nella title track "To the Light," ancora introdotta dall'archetto del contrabbasso e da percussioni di pianoforte e batteria, con piccoli interventi correttivi di elettronica e di oggettistica sul piano, a costruire sonorità evocative, sospese, ma non scontate e sempre prodotte con un'interazione tra i tre che emana un senso di libertà, per condurre a uno sviluppo lirico semplice ma narrativamente molto efficace. Una menzione particolare merita "Knabnautsch," atipico brano di variazioni cromatiche tutto basato sulla ritmica e sorretto da un pedale minimalista. Assai apprezzabili i tre protagonisti: Aeby è sensibilissimo nel tocco, abile e opportuno nell'uso creativo della tastiera preparata, forse non originalissimo ma coinvolgente negli assolo; Pousaz è non solo efficacissimo sia con l'arco che al pizzicato (dove il suono è solido e potente, si ascolti esemplarmente la parte centrale della conclusiva "The Wheel"), ma anche sorprendente allorquando interviene sul suono con piccole ma significative distorsioni (per esempio in "Knabautsch"); Stulz, infine, entra con molto tatto in un contesto che fa della leggerezza dei suoni uno degli elementi caratterizzanti e sa intervenire anche in modo energico senza mai alternare gli equilibri. Ottimo lavoro, forse non di immediato impatto a cagione dei tempi e delle dinamiche poco trascinanti, ma in realtà originale nei dettagli delle architetture e eccellentemente eseguito. Neri Pollastri, www.allaboutjazz.com, April 26, 2017
Alfred Wüger, Schaffhauser Nachrichten, Mai 26, 2018
Ueli Berna YS, NZZ, Mai 29, 2018 |